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Immagine del redattoreDott.ssa Tiziana Nicolai

PDP: di cosa si tratta?


La direttiva ministeriale garantisce a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell'apprendimento, oltre al diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi.


La legge 170/2010 garantisce, infatti, una tutela per i soggetti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) e altri Bisogni Educativi Speciali (BES), al fine di concludere l'iter scolastico e assicurare loro il diritto allo studio.


Nello specifico, la legge si sviluppa in nove articoli dove il legislatore sottolinea soprattutto l'importanza di una “didattica individualizzata e personalizzata” e la possibilità da parte degli studenti con DSA di poter fruire di strumenti compensativi, misure dispensative e di adeguate forme di verifica e valutazione.


All'interno delle procedure per la presa in carico dell’alunno con DSA, riveste un ruolo di fondamentale importanza il Piano Didattico Personalizzato (PDP), ovvero uno strumento redatto e approvato in sede collegiale con lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più adatte per ogni ragazzo.

Esso garantisce la messa in atto, da parte del personale scolastico, di tutti gli strumenti necessari, oltre ad una personalizzazione dell'apprendimento.

Risulta molto utile perchè permette di attestare l'applicazione delle garanzie previste dalla legge, di registrare e monitorare i progressi e di tutelare la professionalità del docente.


Questo documento, che verrà anche firmato dalla famiglia, potrà essere verificato e modificato nel corso dell’anno scolastico, a garanzia che quanto previsto nel documento sia effettivamente efficace.


...Ma cosa sono gli strumenti compensativi e le misure dispensative di cui ho parlato precedentemente?


I primi rappresentano un insieme di strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria, mettendo l’alunno in condizione di operare più agevolmente (es. calcolatrice, sintesi vocale, programmi di video scrittura con correttore ortografico, ecc…).


I secondi sono invece interventi che consentono all'alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risulterebbero particolarmente difficoltose (ad esempio non far leggere ad un ragazzo con dislessia un lungo brano, oppure far svolgere una verifica su un contenuto disciplinarmente significativo ma ridotto).


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