Con il termine bullismo ci si riferisce ad un comportamento aggressivo che un soggetto, detto bullo, mette in atto con l’intenzione di arrecare danno o offendere un altro individuo, considerata vittima, il quale difficilmente riesce a difendersi.
I comportamenti di prepotenza si protraggono nel tempo e si basano sempre su un’asimmetria di potere, poiché la relazione è basata su una disuguaglianza di forza tra i soggetti coinvolti. va inoltre sottolineata la natura sociale di questo fenomeno: spesso, infatti, queste azioni avvengono in presenza di altri compagni.
Esistono svariati comportamenti che il bullo può mettere in atto: vi possono essere prevaricazioni di tipo verbale (insulti, minacce), fisico (aggressioni), psicologico (menzogne, esclusioni), ma anche estorsioni, umiliazioni, scherzi …
Normalmente si è soliti riconoscere due soli protagonisti, la vittima e il bullo, ma essendo un fenomeno di gruppo, è bene ricordare che questi sono solo gli elementi più evidenti, ma intervengono anche altri ruoli, tra cui il difensore della vittima e gli astanti indifferenti, ovvero tutti coloro che assistono ad atti di bullismo e che non intervengono in alcun modo.
Negli ultimi anni sono sorte svariate ricerche internazionali finalizzate allo studio di questo fenomeno sempre più attuale e sono state messe in evidenza alcune caratteristiche comuni:
il bullismo tende a decrescere con l’aumentare dell’età,
la percentuale delle femmine coinvolte è minore di quella dei maschi,
il bullismo indiretto è la forma maggiormente agita dalle femmine, mentre i maschi sono più orientati verso l’aggressività di tipo diretto
Un aspetto che merita di essere evidenziato è il fatto che l’essere coinvolto nelle relazioni di bullo o vittima può provocare conseguenze a lungo termine: coloro, infatti, che hanno agito comportamenti aggressivi nell'infanzia è più probabile che incorrano in problemi di criminalità.
Viceversa, coloro che sono stati vittime risultano maggiormente a rischio di sviluppare problemi depressivi e di scarsa autostima, fino ad arrivare, nei casi più gravi, al suicidio.
Il CYBERBULLISMO
Negli ultimi anni è sorta una nuova modalità attraverso cui vengono messe in atto azioni prevaricatorie: si parla sempre più spesso di cyberbullismo o bullismo elettronico.
Con questo termine si indica un fenomeno che prevede l’uso di strumenti telematici, quali internet, cellulare, e-mail, per minacciare, calunniare, molestare, aggredire, diffamare soggetti incapaci di difendersi.
In Italia si è iniziato a parlare ufficialmente di questo fenomeno dal novembre del 2006, quando è stato messo in rete un video in cui un ragazzo disabile veniva picchiato dai propri compagni di classe.
Questo fenomeno presenta alcune caratteristiche che si vanno ad aggiungere a quelle del bullismo “classico”:
l’anonimato del molestatore, il quale risulta difficilmente rintracciabile;
l’assenza di limiti spazio-temporali.
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