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Immagine del redattoreDott.ssa Tiziana Nicolai

Quanti tipi di attenzione esistono?


Nella vita di tutti i giorni si usa spesso il termine attenzione, ma dal punto di vista psicologico non è un concetto semplice e banale come può sembrare.

Si può definire, infatti, come una funzione cognitiva complessa, che permette di distribuire e mantenere le risorse e le energie disponibili in funzione del compito da svolgere.

Si può paragonare all'azione di un filtro: essa seleziona le informazioni che devono essere ulteriormente elaborate da quelle che, invece, possono essere ignorate.


Per meglio descriverla, possono essere identificate 4 tipologie di attenzione:

  • la prima, quella selettiva, può essere definita come la capacità di mantenere le risorse attentive su un bersaglio, ignorando la presenza distraente di altri stimoli compresenti. Quotidianamente utilizziamo questa capacità: ad esempio quando siamo al bar o in un locale affollato e riusciamo ad ascoltare e parlare con il nostro amico senza farci distrarre dai rumori, dalla musica o dalle altre persone che chiacchierano vicino a noi.

  • vi è poi quella sostenuta, ovvero la capacità di mantenere la concentrazione su un compito per un periodo di tempo prolungato. Anche questa viene sperimentata quotidianamente da tutti noi: mentre seguiamo la trama di un film, oppure mentre leggiamo, studiamo...

  • si parla di attenzione divisa per riferirsi alla capacità di suddividere le proprie risorse attentive su più compiti contemporaneamente. Utilizziamo questa abilità ad esempio quando guidiamo e ascoltiamo la musica, oppure mentre si segue la lezione di un'insegnante e intanto si prendono appunti, ma anche mentre mangiamo e nello stesso tempo guardiamo la televisione.

  • infine vi è quella alternata, che rappresenta l'abilità di cambiare il focus di attenzione tra due o più stimoli.

L'attenzione è importante?


Assolutamente sì, perchè è alla base di moltissime attività che svolgiamo quotidianamente.

Un deficit di attenzione comporta conseguenze sfavorevoli nella vita di tutti i giorni, rendendo complicate e impegnative anche le attività più semplici.

Il disturbo più noto è l'ADHD, di cui ho parlato in un precedente articolo, ma le difficoltà attentive possono insorgere anche a seguito di traumi cranici, lesioni cerebrovascolari, malattia di Alzheimer e sclerosi multipla.


Poichè tutte le abilità cognitive, compresa ovviamente l'attenzione, possono essere allenate e potenziate, risulta fondamentale intervenire in tutti quei casi in cui si riscontra un deficit attentivo.

È quindi necessario impostare un piano di trattamento specifico che permetta di rinforzare non solo le abilità che risultano carenti, ma anche i punti di forza del singolo soggetto.



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Tel: 3714416530




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