Nella vita di tutti i giorni si usa spesso il termine attenzione, ma dal punto di vista psicologico non è un concetto semplice e banale come può sembrare.
Si può definire, infatti, come una funzione cognitiva complessa, che permette di distribuire e mantenere le risorse e le energie disponibili in funzione del compito da svolgere.
Si può paragonare all'azione di un filtro: essa seleziona le informazioni che devono essere ulteriormente elaborate da quelle che, invece, possono essere ignorate.
Per meglio descriverla, possono essere identificate 4 tipologie di attenzione:
la prima, quella selettiva, può essere definita come la capacità di mantenere le risorse attentive su un bersaglio, ignorando la presenza distraente di altri stimoli compresenti. Quotidianamente utilizziamo questa capacità: ad esempio quando siamo al bar o in un locale affollato e riusciamo ad ascoltare e parlare con il nostro amico senza farci distrarre dai rumori, dalla musica o dalle altre persone che chiacchierano vicino a noi.
vi è poi quella sostenuta, ovvero la capacità di mantenere la concentrazione su un compito per un periodo di tempo prolungato. Anche questa viene sperimentata quotidianamente da tutti noi: mentre seguiamo la trama di un film, oppure mentre leggiamo, studiamo...
si parla di attenzione divisa per riferirsi alla capacità di suddividere le proprie risorse attentive su più compiti contemporaneamente. Utilizziamo questa abilità ad esempio quando guidiamo e ascoltiamo la musica, oppure mentre si segue la lezione di un'insegnante e intanto si prendono appunti, ma anche mentre mangiamo e nello stesso tempo guardiamo la televisione.
infine vi è quella alternata, che rappresenta l'abilità di cambiare il focus di attenzione tra due o più stimoli.
L'attenzione è importante?
Assolutamente sì, perchè è alla base di moltissime attività che svolgiamo quotidianamente.
Un deficit di attenzione comporta conseguenze sfavorevoli nella vita di tutti i giorni, rendendo complicate e impegnative anche le attività più semplici.
Il disturbo più noto è l'ADHD, di cui ho parlato in un precedente articolo, ma le difficoltà attentive possono insorgere anche a seguito di traumi cranici, lesioni cerebrovascolari, malattia di Alzheimer e sclerosi multipla.
Poichè tutte le abilità cognitive, compresa ovviamente l'attenzione, possono essere allenate e potenziate, risulta fondamentale intervenire in tutti quei casi in cui si riscontra un deficit attentivo.
È quindi necessario impostare un piano di trattamento specifico che permetta di rinforzare non solo le abilità che risultano carenti, ma anche i punti di forza del singolo soggetto.
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